PETER KEANE (Another Kind of Blue)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  31/01/2004
    

Another Kind of Blue è il terzo lavoro del cantautore Peter Keane (si pronuncia Kane) e segna il suo debutto per la indie Broken White Records di Portsmouth, New Hampshire. L'album contiene sei brani composti da Peter, eseguiti con la sua personalissima visuale musicale, il suo particolare fingerpicking, la sua voce calma e distaccata. Keane sta in mezzo a folk e blues ed esegue una musica prettamente cantautorale, ma nella quale il blues è un elemento basilare, personalizzata da un suono estremamente nitido e da un modo di cantare quieto ma pieno di anima.
I primi due dischi del musicista di Austin, Texas, sono stati editi dalla Flying Fish, ed in questa terza prova, sempre più indipendente, il nostro mantiene alta la qualità. Sia che canti le sue canzoni che brani di maestri del blues come Skip James, Mississippi John Hurt, Jesse Fuller e Blind Willie Mc Tell, Peter dimostra una innata capacità nel fare della musica decisamente personale. E lo fa anche misurandosi con storytellers contemporanei come Dave Van Ronk, Steve James, Chris Montgomery. Quattordici canzoni, sei originali ed otto covers, ma un'unità d'intenti ed un suono, limpido e diretto, che mostra la bravura dell'autore e la sua provata abilità di cantante e chitarrista.
La strumentazione è classica: Keane voce e chitarra acustica, Charlie Larkey basso acustico, Richard White, batteria. Un'organo (Chip Dolan) ed una pedal steel (Herb Steiner) appaiono ogni tanto. Columbus Avenue è una ballata notturna, in bilico tra jazz e blues, con Mose Allison in mente: l'esecuzione è da manuale.
Illegal Man è deliziosa: un tempo country blues, alla Mississippi John Hurt, ed una canzone di cristallina bellezza che si ascolta in un baleno. Il suono è lieve, la voce tesa al punto giusto: una piccoola gemma. Illinois Blues, di Skip James, viene riletta con personalità e sicurezza: la struttura blues tipica viene trasformata in un brano di matrice blues ma con elementi folk. Round and Round mostra ancora una volta la dipendenza di Keane dal suono del grande John Hurt: un folk blues godibile, suonato ancora con pulizia, dove la pace interiore dell'autore raggiunge uno dei momenti più intensi. Everything 's About The Same è bluesata: il suono, da jazz combo, è sapido ed estremamente godibile. Roll 'Em Pete è un notissimo brano del 1938 di Big Joe Turner e Pete Johnson: Keane ha mantenuto lo swing della canzone, dove ritmo e melodia sono un tutt'uno. Call it Sleep è una gentile ballata dell'amico di Austin Chris Montgomery: puro folk, ma con un tocco di swing nella ritmica.
L'arcinota Sunday Street (di Dave Van Ronk) viene riletta con personalità e con un profondo tocco blues. Non poteva mancare un tradizionale reso celebre dal grande John Hurt: Glory Land mischia folk e gospel ed una esecuzione acustica piena di anima. Mama Tain't Long Fore Day riprende lo swing leggero e intrigante del trio: la rilettura del blues di Blind Willie Mc Tell è toccante. Ancora country blues con la dolce Fallin' Down che mostra, una volta per tutte, l'abilità nello scrivere brani di questo genere di Peter.
Talco Girl è catturata dal repertorio di Steve James, un chitarrista bianco che fa country blues con il cuore: Keane la rivede con il suo inimitabile swing. In chiusura una personale rilettura di Fool's Paradise (di Jesse Fuller) e Another Kind of Blue, dedicata al grande Miles Davis. Si tratta di una ballata introspettiva, a cui da molto respiro il suono del trio. Piccolo grande album.