Con un passato di busker nelle strade d'Europa e un paio di buoni dischi alle spalle,
Tim Easton si sta segnalando come uno dei songwriter emergenti più interessanti e curiosi. Potrebbe rivelarsi un caso, prima o poi: è stato anche il destino di Beck Hansen, noto ai più semplicemente con il suo nome, che proprio con Tim Easton ha diviso le strade di Parigi in cerca di qualche soldo. Di tentativi ne ha fatti parecchi: una volta tornato negli States ha fondato gli Haynes Boys (con cui ha pubblicato un altro disco) ma l'esperienza di gruppo lo ha lasciato con l'amaro in bocca.
Ha detto lo stesso Tim Easton: "
Amavo la band, ma in effetti erano tutti un po' pigri, mentre io ho sempre voluto viaggiare e lavorare, suonare e registrare". La sua concretezza si è realizzata in questo
The Truth About Us che è una piacevolissima sorpresa: si tratta di un disco ottimamente costruito che tradisce le fonti d'ispirazione di Tim Easton (da John Prine, evidentissimo in
I'll Take You Home con un violino straziante nel cuore centrale della canzone e, a proposito numero uno, bellissimo il suo
Souvenirs) e che allinea una bella serie di collaboratori, che sembrano scelti telefonando ai lettori di questo giornale.
Si va da
Victoria Williams (e a proposito numero due: non perdetevi assolutamente
Water To Drink) agli
Wilco praticamente al completo, che danno la giusta dimensione sonora alle sue canzoni. Nonostante tutto, però, Tim Easton ha una personalità che non molti cantautori riescono a cogliere nel giro di due o tre dischi.
Le sue canzoni si adattano al suono chitarristico dei Byrds (chiarissimo in
Half A Day) ad alcune soluzioni elettroniche intelligenti e discrete (qualcosa Beck deve pur avergliela detta perché in
Downtown Lights, per quanto ancora pesantemente influenzata da John Prine, ci sono accenni di sperimentazione molto simili a
I'm A Loser di Beck, ormai un prototipo per il singolo del futuro) fino a ballate con il gusto per una certa drammaticità (per esempio
Carry Me che è praticamente acustica ed è resa molto bella dall'ottima interpretazione di
Tim Easton: ha qualche spicciolo di Jackson Browne e di Bruce Springsteen tra le righe). Un ottimo disco.