Nativo di Tupelo, Mississippi, non un luogo qualunque nella storia del rock'n'roll (vedi alla voce Elvis Presley), figlio di un pastore protestante, ex pugile professionista, pittore,
Paul Thorn ha una biografia che parla da sola e da cui si potrebbe trarre un romanzo. È la descrizione di un southern man che ha vissuto molto, nonostante la relativa giovane età. Evidente che tutto questo si riflettesse nella sua musica, intrisa dei diversi umori e suoni che il Sud ha offerto nella storia: a seconda delle esigenze il nostro riesce a plasmare la sua voce negroide e appassionata sulle modalità della soul music, del rhythm'n'blues più scatenato, del southern-rock elettrico e pulsante, della ballata dai profumi country.
Il tracciato dei precedenti dischi si è infatti destreggiato lungo questi binari, producendo un interessante debutto ed un secondo lavoro, il febbricitante
Mission Temple Fireworks Stand, che era una piccola meraviglia per chiunque fosse cresciuto con certe sonorità tipiche della Confederazione. L'attesa per il seguito, sempre sotto l'egida della Back Porch, sussidiaria di ispirazione Americana creata dalla Virgin, era perciò determinante sul futuro di Paul Thorn. La risposta che fornisce
Are you With Me? purtroppo è assolutamente interlocutoria, per non dire incerta: l'idea che ci trovassimo di fronte ad un nuovo rocker sudista, degno erede di gente come
John Hiatt, è stata in un solo botto cancellata da una produzione deluxe e da un suono laccato che predilige questa volta le cadenze morbide del soul anni settanta, alzando poi il tiro con ritmiche funky e un'intera sezione fiati ad accompagnare la voce black di Thorn (
Lovers Vacation, She Won't Cheat On Us).
Intendiamoci: nel suo genere si tratta di un disco quasi irreprensibile e comunque ben strutturato, un omaggio a quel pop-soul non ancora sporcato dalla disco sul finire dei seventies (
If You Can't Love Me Forever è un gran pezzo che farebbe piacere sentire nella piatta programmazione radiofonica di oggi). Con un paio di scivolate trascurabili nel finale, specialmente la mielosa
Love Will Find You, Are You With me? imbarca molto R&B di qualità, arrangiato con una precisione certosina. Il problema è che perdendo l'anima più irrequieta Thorn si è riscoperto più interprete che autore, con testi sinceramente banalotti, ed una passione minore generata dal suo ascolto.
Confermato il team di musicisti del passato, tra cui le chitarre di
Bill Hinds e Bob Britt e le tastiere di
Michael Graham, i suoi punti di riferimento oggi si spostano verso un amabile blue-eyed soul (
If I Can Get Over You, I Don't Wanna Know) sensuale e ricco di groove (
High, That's a Lie), che raramente finisce per ritrovare il passo rock del passato (la sola titletrack ne riprende i temi). Troppo mestiere e poca anima, ecco il vero guaio di
Are You With Me? Paul Thorn ha talento da vendere e lo ha già dimostrato, ci aspettiamo un altro finale.