ETHAN BESSEY (Old Dogs, Something New)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  31/03/2004
    

Il biglietto da visita di Ethan Bessey recita così: "Migliore artista uomo e migliore artista folk del 2000" per la scena locale del New Hampshire. Non essendo propriamente uno degli stati più popolosi d'America, si potrebbe facilmente ironizzare sull'orgoglioso piazzamento di questo giovane songwriter, alle prese probabilmente con una concorrenza poco agguerrita. Sappiamo bene però quanto la provincia americana sia continuamente animata da bands e solisti spesso legati al territorio di nascita. Un successo circoscritto geograficamente in un raggio di pochi chilometri quadrati e tuttavia la possiblità attraverso la rete, il passaparola, le fanzine e qualche rivista illuminata di arrivare anche oltreoceano.
La presenza in studio di un membro dei conterranei Say ZuZu, Jon Nolan (al piano e accordion) è al tempo stesso il segnale e la conferma di una comunità musicale molto viva, oltre che di un'amicizia che viene da lontano. Le fondamenta di Bessey sono difatti assai simili a quelle dell'amico Nolan: in questo caso manca la spinta di un'autentica rock'n'roll band, ma le radici in Old Dogs, Something New, seconda prova solista, si sentono forte e chiaro ed affondano in un background fatto di ballate rurali con contorno di dobro e madolino, siparietti in tema bluegrass, qualche digressione elettrica in puro stile alternative-country ed una generale ambientazione elettro-acustica che ha il sapore dei seventies e di certa canzone d'autore di matrice dylaniana.
Prendete come esempio Ordinary Life: scorrevole folk-rock leggermente elettrificato, che gioca sulle sovrapposizioni di piano e chitarre e si addentra in un sound secco e decisamente low-budget. Il titolo stesso della canzone è sufficientemente chiarificatore: il mondo che ruota intorno alla scrittura di questo ragazzo del New Hapshire è fatto di piccole storie, incomprensioni e desideri, attenzione per i dettagli, vita ordinaria insomma. In questo senso anche la musica gioca al risparmio, cercando semplicemente il giusto accompagnamento: niente di rivoluzionario nel country-rock di Rusted Old Car o nelle vibrazioni roots di I Think We Should e Little Company, solo un onesto scorcio del suo songwriting.
A volte quest'ultimo si concede piacevoli sconfinamenti: Something New ha un'aria raffinata che potrebbe ricordare un Jackson Browne in versione più ruspante, la malinconia di Henrietta Run conquista negli arrangiamenti della sezione ritmica e la coda acustica del disco, con Lullaby for Whitney, When I Need a Friend e l'ironia bluegrass di Lorraine percorre ad occhi chiusi il sentiero tracciato da John Prine e dallo Steve Earle più tradizionalista. In questi frangenti Ethan Bessey svela un talento un po' ingenuo ma molto istintivo, che potrebbe fare breccia tra i cultori del suono Americana.