L'irlandese
Bap Kennedy, che di nome fa Martin, conosciuto quale leader degli
Energy Orchard, manifesta ancora una volta la sua passione per la musica americana, regalandoci un intenso album di roots country, il terzo della sua carriera solista, che fa il caso di chi apprezza personaggi quali Steve Earle, Kieran Kane, Terry Clark, etc.
Una prova di spessore e qualità, di un songwriter puro che spazia a tutto campo, una conferma del suo valore e del suo talento. Una sorta di seguito ideale di
Hillbilly Shaespeare - il suo disco precedente di due anni fa, che era una raccolta di covers, realizzate con passione ed amore, di uno dei suoi idoli musicali,
Hank Williams - perché un tributo, fatto di canzoni tutte nuove ed originali, alla sua musica e alla sua vita. Tributo sia pure parziale, in quanto condiviso con la figura di un altro dei suoi eroi, il mitico
Elvis Presley, cui pure Bap ha voluto far omaggio nell'occasione.
Lonely Street, però, pur essendo ispirata a questi due grandi della storia del rock, non è tuttavia una proposta per niente influenzata dallo stile o dalla personalità di Hank ed Elvis. È un'opera assolutamente personale, soltanto un fedele specchio della personalità e del carattere di Kennedy come oggi essi si rivelano. Tredici brani, tutti decisamente di buon livello, intelligenti, piacevoli.
Good times on Franklin Road è una deliziosa ballata d'atmosfera, caratterizzata dal lavoro di sottofondo della steel guitar, ispirata dall'infelice matrimonio di Hank ed Audrey.
Stuck with myself un brano dall'aria soul, con una chitarra rock in evidenza e bell'assolo di sassofono, che sottolinea amaramente il destino crudele e parallelo delle vite di Williams e Presley.
Mountain kiss un'altra apprezzabile ballata, dalle dolci tonalità e con un malinconico assolo di whistle, che ci ricorda la fine di Hank, a soli ventinove anni, sul sedile di una Cadillac.
Be Careful what you wish for è un buon pezzo country di taglio swing dall'invitante refrain, in evidenza un'armonica e il finale strumentale, dedicato ai guai della famiglia Presley subiti per l'emissione di un assegno falso da parte del padre di Elvis.
Almost always wrong è una simpatica canzone dalle caratteristiche caraibiche, con fisarmonica e tromba in azione,
Elvis Hank and me un interessante pezzo, efficacemente ritmato, con bello spunto di electric guitar, che testimonia la voglia di sfondare dei nostri.
Lonely Street, la title track, è una canzone delicata e lieve, condotta dal suono della lap steel, che ricorda della strana abitudine di Presley di girare la sera mascherato per le strade di Memphis poco tempo prima di morire.
Gladys and Vernon è una lenta, leggiadra ballata, che rievoca i momenti difficili vissuti dai genitori di Elvis, in particolare quello della perdita di un figlio gemello.
Drunk on the blood of Christ, definito quale l'equivalente irlandese di
I saw the light, è un efficacissimo bluegrass, forzatamente cajun, che sfoggia uno strepitoso assolo di chitarra elettrica.
Baby its alright è una leggiadra ma intensa pop ballad, con la slide ancora in evidenza e un bell'intervento di sax, che ritorna sul tema del matrimonio di Hank Williams.
Hank Last Waltz è un'altra bella ballata che gioca sul soprannome di "Bocephus" dato ad Hank Williams dal figlio Junior, che era anche il segnale dell'imminente ritorno a casa del padre, dopo un concerto radiofonico.
Saturday Night and Sunday morning è un ulteriore proposta positiva, un testo delizioso e convincente, retto da un ottimo refrain e con un gustoso assolo di dobro.
Lonesome Lullaby, infine, è una splendida, acustica ballata, due chitarre e un'armonica, nella quale Bap si domanda se Hank Williams pensi che la sua vita così come vissuta, breve ed intensa, sia valsa la pena; la sua risposta è positiva.