DAVE McCANN AND THE TEN TOED FROGS (Country Medicine)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  21/10/2004
    

Il precedente Woodland Tea era stato una piccola rivelazione dell'onda lunga alternative-country, o meglio di quei giovani outsider che muovendosi su un territorio fatto di ballate provinciali, profumi country-rock e strumentazione elettro-acustica proseguivano una tradizione dura a morire. Sappiamo bene come sia difficile portare nuova linfa ad un lunguaggio ben codificato che, seppure contrapposto alla plastica di certe produzioni nashvilliane, ha senza dubbio già scritto e detto molto in questi anni. Dave McCann potrebbe fare la figura dell'ultimo arrivato, non fosse che le sue canzoni, fedelissime agli schemi del genere, hanno una freschezza ed un'onestà di fondo in grado di fargli superare le facili accuse di un suono derivativo.
La nota aggiunta è che questo talentuoso songwriter, che appare sul disco come un improbabile incrocio tra un contadino del Midwest e un mezzo pellerossa, è canadese, vive nella fredda Calgary, e si propone con un repertorio di roots songs dalle tonalità tipicamente americane. Una spruzzata di suoni acustici che vanno a ripescare il folk e bluegrass degli Appalachi (Timber Road), qualche accento texano (Joe's Bones, Lookayonder Blue), una manciata di rock'n'roll: con queste premesse sareste pronti a scommettere qualsiasi cosa sulla sua provenienza.
L'apparenza inganna dunque, non il contenuto e l'ispirazione di Country Medicine, che è il suo terzo e più maturo lavoro, una gemma tra country rurale e roots-rock che non non mancherà di affascinare gli estimatori della materia. Dentro ritroverete la malinconia del conterraneo Neil Young, la poesia della Band, l'alternative-country dei Son Volt, per una produzione, lo stesso McCann con Danny Patton, che ostenta un suono davvero brillante. I Ten Toed Frogs sono una band rodata, capace di adattarsi alle diverse gradazioni della musica di McCann: le chitarre e i mandolini di Dave Bauer e Mel Smith, l'immancabile pedal steel nelle mani di Sandy Switzer, fiddle e banjo a cura di Jake Peters e Gary Kurtz.
Insieme formano una bella squadra, che parte con le candenze classiche di Sticks and Stones e prosegue senza cadute di stile fino alla chiusura, insolita e apprezzabile, di una Locomotive Breath (pezzo storico dei Jethro Tull di Aqualung) rivista in una sbuffante versione tra country-rock e bluegrass. Tra i due estremi la perfezione di Leaving This Town e Brokenwing Bird, un riassunto efficace di cosa significhi l'espressione alternative-country; il suono ruspante da rock band di provincia di Country Medicine; il galoppare libero di Cocaine Stole Her Brain; ballate da bivacco come Blood and Ashes. Spazi infiniti e strada da bruciare sotto le ruote, la musica di Dave McCann riserva molte suggestioni.