Stimato autore, richiesto session man, produttore di valore:
Buddy Miller è questo ed anche altro. Infatti la sua carriera più importante è quella di musicista, di cantautore, e in questa veste ha registrato diversi dischi a suo nome ed uno con la moglie Julie (anche lei autrice rispettata). Questa estate ho visto Buddy in concero con Emmylou, Gillian e Patty a Central Park, New York. E quella sera mi era sembrato particolarmente ispirato ed aveva eseguito diverse canzoni nuove.
Erano tratte da questo disco che reputo il migliore inciso sino ad oggi da Miller; superiore anche a
Cruel Moon e Poison Love, considerati i suoi lavori più riusciti. Ma
Universal United House of Prayer unisce due mondi: il country ed il gospel. E la resa di Buddy è straordinaria. Intenso e profondo, particolarmente ispirato, Universal United House of Prayer è il disco più compiuto di Buddy. Basterebbe la cover di
With God on Our Side di Bob Dylan (che si allunga oltre i nove minuti) per capire la valenza del disco. Ma se questa canzone è la punta dell'iceberg, vale la pena avventurarsi sott'acqua per sentire il resto. Miller ha registrato l'album attorniato da gente fidata come la moglie Julie, l'amica
Emmylou Harris, il cantautore
Jim Lauderdale, la violinista
Tammy Rogers, il batterista
Brady Blade e turnisti come Byron House, Phil Madeira, Rick Plant e Bryan Owings.
Le canzoni, a parte un paio di altre cover (splendida la rilettura di
There's Is a Higher Power dei Louvin Brothers), sono tutte firmate da Buddy e Julie. Ascoltate la delicata
Wide River To Cross: una ballata che tocca nel profondo, legata alle tradizioni più antiche, e giocata quasi solo sulle voci, con un paio di chitarre alle spalle. Oppure
Fire and Water che si staglia orgogliosa sulle radici andando a cogliere i suoni delle tradizioni appalachiane.
Don't Wait mischia antico e moderno, mette in gioco la chitarra elettrica su una percussione e la voce di Buddy.
This Old World è un tuffo rigenerante nella musica del passato, con l'uso fisso del violino ed un tempo di danza disincantato.
Is That You ritorna all'interiorità che è un po’ il tema ricorrente del lavoro e pesca nelle più profonde tradizioni vocali religiose.
Returning, elettrica, e
Fall on the Rock, un gospel emozionante, chiudono un disco di grande spessore. Miller non ha scelto una via facile, ha dato una sua interpretazione della musica gospel, seguendo le tradizioni e lasciando da parte la spettacolarizzazione del genere.