Iniziamo dalla copertina. Un negozio di dischi visto da fuori:
Dwight's Used Records. Dischi usati da Dwight. Un bel gioco di parole per farci capire, prima di ascoltarlo, il contenuto di questo disco. Infatti non è un disco nuovo, bensì una raccolta di brani (simile, ma decisamente migliore, a
In Other's Words, edito dalla Rhino qualche mese fa) in parte già pubblicati.
La particolarità del prodotto sta nel fatto che buona parte di queste canzoni sono di difficile reperibilità (bisogna avere i CD di Deana Carter, Ralph Stanley, Heather Myles ed i tributi a Waylon Jennings, Johnny Cash, Webb Pierce, ZZ Top). Come ciliegina sulla torta c'è
Mercury Blues, un inedito che appare solo sul Box
Reprise Please Baby: The Warner Bros Years, e due brani nuovi di zecca:
LocoMotion e la splendida cover di
Paradise. E, cosa più importante, il disco è stato assemblato con intelligenza, tanto che sembra un disco nuovo fatto e finito, non una raccolta.
14 canzoni, cinquanta minuti di musica. Apre
Stop The World and Let Me Off noto brano di
Waylon Jennings (appare sul tributo
I've Always Been Crazy) dove il nostro cowboy preferito canta alla grande e rilegge Waylon con il cuore in mano.
Down Where The River Bends è la prima delie due canzoni tratte dal doppio CD di
Ralph Stanley Saturday Night, Sunday Morning. Un country gospel cantato a due voci (Dwight e Ralph) con il banjo inimitabile di Stanley a dettare il ritmo.
Mercury Blues è uno standard del bluesman
KC Douglas che, all'inizio degli anni ottanta,
David Lindley rese celebre nel suo disco d'esordio:
El Rayo X. Yoakam la rilegge in versione country blues, con ritmica robusta e una torrida chitarra a doppiare la voce.
Il duetto con
Deana Carter,
Waiting, è una composizione a quattro mani di Dwight con la cantante canadese. Una ballata dolce, abbastanza nella norma. Decisamente meglio
Some Dark Holler, che altro non è che una variazione di
Dark Hollow (resa celebre da David Bromberg) e che il nostro ha interpretato sul recente doppio album della
Nitty Gritty Dirt Band:
Will The Circle Be Unbroken Vol 3. Bella melodia, senso del ritmo, feeling, le voci ed il banjo in evidenza: un episodio decisamente valido. Con
If You Were Me (And I Were You) Yoakam entra nel mondo di
Webb Pierce, uno dei grandi interpreti della musica country negli anni cinquanta (la canzone è tratta dal tributo a Pierce:
Caught in the Webb). Il nostro si trova a meraviglia con suoni tradizionali e melodie di stampo classico.
Il duetto con
Heather Myles (tratto da
Sweet Talk & Good Lies), intitolato
Little Chapel, è una classica ballata spezza cuori con fiati mariachi, un ritornello azzeccato ed un gioco di voci di ottima fattura. La prima delle nuove canzoni è
Loco-Motion, proprio il brano reso celebre da
Little Eva all'inizio degli anni sessanta. Dwight la interpreta alla maniera di Elvis Presley, usando le sue intonazioni e ricoprendola con un suono adeguato: versione da applausi.
Miner's Prayer è la rilettura di un brano scritto da Dwight (appariva sul suo primo album
Guitars, Cadillacs etc etc) che il nostro rivede in versione gospel - bluegrass assieme a
Ralph Stanley: versione completamente diversa dall'originale, ma di grande impatto.
Understand Your Man era apparsa sullo splendido tributo a
Johnny Cash (
Kindred Spirits).
Il nostro la rifà usando il boom chicka boom, ma aggiungendo una sezione di fiati mariachi ed una base ritmica molto più solida.
Wheels arriva sempre del terzo Will the Circle della Nitty Gritty ed è una country ballad con venature folk, cantata molto bene e suonata in modo armonioso.
I'm Bad, I'm Nationwide è un brano dei
ZZ Top (appare sul tributo Sharp Dressed Men), Dwight la interpreta in versione rock'n' country, con una bella chitarra dietro alla voce ed una robusta sezione ritmica. Il meglio arriva alla fine. Il secondo brano nuovo di questo album è
Paradise di
John Prine, riveduto e corretto da Yoakam. Dwight reinventa la canzone sulla lunghezza di oltre dieci minuti, dividendola in due. La prima versione,
Paradise, elettroacustica e con l'inimitabile voce del nostro che rilegge uno dei classici del grande cantautore di Maywood, Illinois, in modo squisitamente tradizionale: oltre alla chitarra acustica ci sono un mandolino ed un dobro che ricamano suoni e melodie dietro alla voce.
La seconda, elettrica ma con violino e mandolino sempre in bella evidenza, si materializza dopo i quasi sei minuti iniziali e si in titola
I Said (Paradise reprise) ed è una versione diversa rispetto alla precedente.