CHRIS ROBINSON (This Magnificient Distance)
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  Recensione del  09/09/2004
    

L'esordio solista di Chris yr Robinson, New Earth Mud, è lontanissimo e anche il titolo sembra suggerire uno scarto significativo, che è anche una notevole progressione che lascia ben sperare per il futuro della voce dei Black Crowes. Ristretto al minimo indispensabile lo spazio degli esperimenti, ripresa l'ispirazione nel songwriting e mantenuta ai livelli che gli competono la sua bellissima voce, Chris Robinson è tornato ad un suono essenziale, energico, torrido e con le chitarre bene in evidenza, ovvero puro e semplice rock'n'roll.
È il sound dei Black Crowes nel loro periodo più evoluto (cioè, Amorica), ma non è un passo indietro perché Chris Robinson & The New Earth Mud in This Magnificent Distance mostrano di aver digerito tutte quelle intuizioni e quell'esperienza e di essere pronti ad affrontare una variopinta gamma di soluzioni. Del resto, dal vivo chiudono i concerti con una selezione tra Grateful Dead (sempre più spesso con Sugaree o I Know You Rider), il sempre amatissimo Bob Dylan, molto blues e, nelle serate più bollenti, persino gli AC/DC. Non stupisce quindi che in This Magnificent Distance coabitino la durissima Sea Of Love, una scossa zeppelliniana che è un rullo compressore e le divagazioni neolatine all'inizio di Mother Of Stone, molto Santana e molto Black Crowes dal vivo dopo Amorica.
Essendo Chris Robinson un grande rock'n'roll heart, il gioco dei rimandi, delle influenze e dei riflessi potrebbe continuare all'infinito: basta sentire 40 Days che è un sorta di patchwork tra un titolo di Muddy Waters, Tombstone Blues e tutti i riff di Nuggets (e quando un disco comincia così, non è difficile andare avanti) oppure Piece Of Wind che ha la sincope dei Rolling Stones e si conclude con una cosa dì puro blues e un'armonica che sembra sfilata da qualche archivio di John Mayall. La sorpresa e il cuore di This Magnificent Distance è però nella sua parte centrale, dove Chris Robinson, oltre a confermarsi quel grande cantante che conosciamo (probabilmente il migliore della sua generazione), riesce a far coincidere le divagazioni psichedeliche (le chitarre acidissime di Train Robbers), il gusto per le ballate folkie (Girl On The Mountain) e l'energia della rock'n'roll band (la monumentale When The Cold Wind Blows At The Dark End Of The Night).
Andrebbe aggiunta anche, …If You See California una grande ballata, con le chitarre acustiche ed elettriche che s'intrecciano alla perfezione, un refrain contagioso e un tocco per la melodia reso speciale da un'altra, eccellente interpretazione di Chris Robinson. Se le radio e la televisione servissero ancora a qualcosa, lo manderebbero dalla mattina a sera, ma arrivati a questo punto, poco importa, perché si sarà capito che This Magnificent Distance è un gran bel disco e che Chris Robinson (in attesa delle prove del fratello) è attualmente il più accreditato depositario dell'eredità dei Black Crowes, e anche qualcosa in più.