WILLY DEVILLE (Crow Jane Alley)
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  Recensione del  09/09/2004
    

Non si faceva vivo, con un disco di studio nuovo, dal 2001, cioè da Horse of a Different Color. Un buon disco, che seguiva Loup Garou, qualitativamente un po' inferiore. Ma il doppio dal vivo con il trio acustico ha risvegliato i morti, ha fatto rinascere i fans di Willy ed ha ridato mordente al musicista stesso che è entrato in studio caricato a mille. Crow Jane Alley è una bella sorpresa, è quel disco che i fans di DeVille si sognavano da tempo: un cocktail brillante di soul, musica latina, rhythm and blues, rock and roll, cantato con una voce profonda e potente, con influenze cajun e, quello che più ci importa, una manciata di canzoni di indubbio spessore.
È come se Willy avesse messo assieme alcune delle canzoni che lo hanno ispirato, Stand By Me, Spanish Harlem, You Better Move On, Demasiado Corazon, le avesse shakerate ed avesse tirato fuori dal cilindro quelle nuove. Crow Jane Alley è intenso e profondo, ha cuore e pulsa grande musica: bastano un paio di ascolti e ci si rende conto che ci troviamo di fronte ad uno dei dischi più belli di Willy DeVille. Il nostro spazia dal latino al soul, dal blues al rock, dalle radici alla canzone d'autore.
Non è un disco lungo, quarantadue minuti, ma bastano ed avanzano per farne uno dei migliori della sua lunga carriera. Il ritorno a New York gli ha fatto bene, gli ha ridato mordente, forza, creatività e la voce, come già si percepiva nel live acustico, ha una potenza ed una espressività straordinarie. Chieva è un brano nero che mischia blues e soul, con una chitarra spagnola che apre le danze, ed una melodia intensa che colora le note: una canzone di fruibilità non immediata che mostra subito forza e personalità. Non avevamo certo bisogno di questa avvisaglia per capire a cosa ci troviamo di fronte e Righ There, Righ Then mostra subito il Willy che preferiamo.
Una soul ballad dalle tonalità calde e coinvolgenti, che avrebbe meritato di entrare nel songbook di Sam Cooke o Ben E King. Willy la colora con spezie mexican e la canta da Dio: ma la canzone scorre in un baleno, dotata di una melodia splendida e sorretta da un accompagnamento semplice ma molto efficace, in puro stile anni sessanta. Downside of Town inizia alla Spanish Harlem: grande voce, fisarmonica che fa atmosfera, ed una ballata sensuale come solo il nostro è in grado di fare.
My Forever Come Today è un lentaccio molto anni cinquanta, con un piano in decisa evidenza e la voce forte di Deviile che detta subito il tema di base: una love song di stampo classico, sentita mille volte, ma decisamente ben fatta. Crow Jane Alley (For Jack) ha un andamento old fashioned. Story song con influenze roots, una voce roca che la racconta ed una base di stampo classico, calda e diretta. Muddy Waters Rose, come si percepisce al titolo, è un blues carico ed intenso.
Cinque minuti con la slide che fende l'aria, la voce del leader roca e sofferta, e la canzone che prosegue con un tempo molto si i mile ai classici del vecchio McKinley Morganfield. i Come a Litte Bit Closer potrebbe benissimo essere la Hey Joe del nuovo millennio. Una spanish ballad dai profumi del Messico, cantata alla grande e dotata di un ritornello che stende al primo ascolto: emozioni pure, con i fiati mariachi che si mischiano alle nacchere, con quel ritmo tipico da fiesta e la voce che declama una melodia dai toni cromatici accesi. Slave to Love è invece un brano lento, introspettivo, con il pianoforte ed una base di archi a creare l'alveo per una ballata dai toni quasi intimisti. (Don't Have A) Change è invece un valzerone molto deja vu.
Influenze country, melodia spezza cuori e quel dannato tempo di valzer che ci fa muovere subito il piedino e che ci obbliga quasi a danzare, anche senza volerlo. Chiusura in blues con la lunga Trouble Comin' Everyday: un brano tosto ed elettrico che si stacca decisamente dal resto del disco. Crow Jane Alley è un lavoro intenso e molto vario, che offre canzoni in stili diversi ed una gamma di suoni intrigante, creativa ed articolata. Willy DeVille è vivo e sta bene, anzi benissimo.