Sol Y Sombra è più di un disco per la chitarra e la voce di Ripley Johnson.
È come una sorta di dipinto, una composizione o un affresco, legato alla spazialità del rock e dell'alt.country (gran lavoro alla pedal steel guitar di Barry Walker).
Finemente costituito da numerosi elementi che spiccano come pennellate su di una tela: campiture di colore bucolici (le highways di
Open Roads), bozzetti di profonda introspezione, tra paesaggi desertici (
Sunlight Daze), passeggiate in spazi metaforici che al ritorno hanno quel tepore dei sentimenti casalinghi.
Parlano da sole (
Lights on the Way a Rolling Gold e la splendida ballata Evergreen) e sono in grado di raccontare, designare e restituire il senso stesso di Sol Y Sombra.
Alla realtà fatta di malinconia e voglia di vivere della
Rose City Band, bisogna attaccarsi con ogni forza, addentandola e facendo il gioco che lei chiede (
Radio Song a Seeds of Light), senza dissiparne il contatto, perdendosi su un piano parallelo, mentale e introspettivo quando scorre
Wheels e la gemma finale di
The Walls.
In un viaggio, quello di Sol Y Sombra, dove la vita, tra luci e ombre, si incontra sempre con bramosia.