Il tempo, la sua natura, gli opposti che si attraggono, mortalità e bellezza, riflessioni dopo la scomparsa dell'amico e batterista Billy Conway.
Jeffrey Foucault anche se gli anni passano, sa come percorrerne i sentieri,
The Universal Fire (splende di luce propria la
Title Track) è come un’entità del rock, un dio benevolo, un dio che non si fa vedere, e che fa vedere soltanto gli esiti delle sue pratiche.
E se ne compiono ancora (
Solo Modelo). E poi ancora (
Monterey Rain).
Piccole gemme.
Attorno, la calata in campo di parole, vita e melodia, un campo largo, per affrontarlo Jeffrey Foucault si mette di traverso, ma non per impedirne l’azione, solo per mimetizzare una morale e che si conservi tra una serie di magiche ballate elettriche (
Moving Through a Woodsmoke, Sometimes Love alla preziosa Crushed Ice and Gasoline).
Umide come è umida la terra di The Universal Fire, nella quale sporcarsi e impantanarsi, e c'è solo da augurarselo.