Devon Allman e Duane Betts si spostano lungo gli States con un altro viaggio fisico e mentale, si torna a pompare sul rock ad alto wattaggio emozionale (
Carolina Song e
King Crawler) trovando il modo di dilatarlo in quei lunghi attimi di visioni estreme nei 12 minuti della strumentale
Savannah's Dream, come nel breve/lungo tempo oltre il sonno e prima del risveglio.
Bless Your Heart smista carica sudista (
Airboats & Cocaine e
Magnolia Road) a ballate dove il tempo del rock mostra anche grazia chitarristica in
Southern Rain e
The Doctor's Daughter, con quella natura nostalgica ci rivela una realtà di perdita.
Non c'è ritorno, nella vita, ma non vale per la
Allman Betts Band.
“
The United States of Americana” concetto e melodia che si allargano in
Rivers Run, ballata ‘roots’ convincente, dove il rock (quello di
Should We Ever Part) è come un treno che passa, reale, appartenente al presente, che cancella il sogno ad occhi aperti.
Sogni, quelli di Devon Allman che chiude brillantemente al pianoforte nell’intro di
Congratulations, piena di emozioni forti, di attimi elegiaci e travolgenti, come Bless Your Heart, 1 ora e passa per dimenticare la pochezza Nostrana, inutile pensarci: vince Bless Your Heart per distacco.