JASON BOLAND AND THE STRAGGLERS (Dark & Dirty Mile)
Discografia border=Pelle

        

  Recensione del  26/07/2013
    

Dark & Dirty Mile non si allontana dal percorso avviato da Pearl Snaps, la storia della provincia fermenta le sue inquietudini anche sotto la supervisione di Shooter Jennings, Jason Boland And The Stragglers mettono a punto un mix dinamico di honky tonks marcato Texas, non solo amoroso, lascia presagire un ‘lato oscuro’ ma stavolta segue i confini di una società sofferente. È sufficiente il passo morbido del violino di Nick Worley in Dark & Dirty Mile per iniziare a varcarli e mutare radicalmente un punto di vista che, brano dopo brano, mostra prospettive non del tutto rassicuranti. In campagna, sulle strade esili di Electric Bill e Lucky I Guess, Jason Boland le attraversa costeggiando love songs dove il contesto bucolico è permeabile alle sollecitazioni in nome del Dio denaro, divenuto ormai l’unica unità di misura della riuscita sociale.
Not every song has to be some world-changing protest song or some great history lesson”, spiega Boland. “There's time for dance songs, cry-in-your-beer songs. There's time for everything. So I think we just try to keep a mix of it”, e l’insieme rassoda Dark & Dirty Mile (tra pedal steel, piacevole Only One, e il ritmo da ‘dance hall’ di Nine Times out of Ten e Green Screen). Sussurri country brandiscono sensi arcinoti della discografia di Jason Boland And The Stragglers, significati ancora non del tutto usurati, li trascinano a noi nella convincente bellezza di They Took It Away.
Il rapporto tra i luoghi texani e le persone è ancora carnivoro per Jason Boland, la linea di demarcazione tra il passato e il presente del country attraversa inequivocabilmente Dark & Dirty Mile, scorre nella triste storia dei minatori del Colorado di Ludlow, nel sentimento che fa spalancare la mente quando si sintonizza sulla lunghezza d’onda della fisarmonica e delle steel guitars nelle incantevoli Blue Diamond e Spend All Your Time. A chiudere la bellezza di See You When I See You da consegnare alla memoria, dove è il tempo del country a renderla ancora accesa e forse per questo, maggiormente malinconica.